8 agosto 2006 - Farshid Nourai

"Il quartiere del sud di Beirut costituisce quasi la metà di tutta città, altamente popolato, 800,000 persone, abitato quasi esclusivamente dai musulmani sciiti. Una volta il quartiere generale di Hezallah sorgeva mezzo a questi quartieri per la maggior parte poveri. Le bombe israeliane hanno devastato circa 40% della zona. I palazzi accartocciati uno sull'altro come biscotti frantumati " dice Rana Teher di AIN. "La scena è devastante. Continuano ancora i raid israeliani. 5 bombe hanno colpito il quartiere solo sta mattina" continua Rana.La maggior parte della popolazione ha trovato rifugio nei palazzi pubblici: scuole, giardini ecc.. Chi è rimasto rischia la vita. 

Il sig M…. lavorava per una impresa edile all'aeroporto di Beirut, viveva con 7 membri della sua famiglia in una casa di 120 mq in uno di questi quartieri. La casa è stata distrutta, l'impresa per cui lavorava ha chiuso i battenti, licenziando tutti i lavoratori. Ora convive con altre 54 persone, di cui 18 bambini, al primo piano (240 mq) dell' ex università d'arte. Un solo bagno per tutti, un fornello e pochi altri oggetti personali, nulla di più. Sono migliaia, si estima che oltre 200,000 persone siano nelle stesse condizioni. A loro, si aggiungono altrettante persone che hanno trovato rifugio dai loro partenti che abitavano al nord del paese o, i più fortunati, hanno affittato una stanza in cui vivono 2,3 anche 4 famiglie intere. Il cibo viene fornito solo alle famiglie che vivono nelle strutture
pubbliche, alcune altre necessità vengono fornite dalla società civile (ong, gruppi di quartiere e associazioni) che brillantemente si è organizzata nei vari coordinamenti locali lasciando indietro le diversità politiche. Il più grande ospedale di Beirut, l'unica struttura pubblica sanitaria in funzione soffre di mancanza di personale. "Quasi il 30% del personale, a causa della distruzione delle strade, non riesce raggiungere il lavoro" si rammarica il primario dr. Wassam. "se volete aiutarci fermate l'aggressore". Continua: "Italia ha buoni rapporti con Israele, se volete veramente aiutarci esercitate pressione finché si cessi questa guerra" conclude. Le stanze dell'ospedale sono piene di feriti. L'emergenza sanitaria è impressionante. Incontriamo nei centri di assistenza ( scuole per la
maggior parte) molti bambini che giocano, i genitori sono arrabbiati, ma non disperati. Il dramma in corso non ha tolto ancora i sorrisi dei bambini, non ha ancora offuscato i loro occhi brillanti che ci osservano attentamente.
Ma, se non si ferma questa folle guerra, presto i sorrisi si spegneranno e la rabbia diventerà disperazione.
Fermiamo questa insensata guerra!