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Il Partito Popolare Palestinese, in arabo (Hizb al-Sha’b al Filastini), fu fondato nel 1982 come Partito Comunista Palestinese. Originariamente il Partito Comunista Palestinese fu fondato nel 1919. Dopo la creazione dello stato israeliano e l’annessione della West Bank da parte della Giordania, i comunisti residenti nella West bank aderirono al Partito Comunista Giordano, il quale riuscì a ottenere molti consensi tra i palestinesi. Con il passare del tempo la sua influenza diminuì, anche perché nella striscia di Gaza si venne a creare una organizzazione comunista separata. 
Solo nel febbraio del 1982 si tenne una conferenza di tutti quanti i partiti comunisti palestinesi e da quella conferenza si venne a costituire il Partito Comunista Palestinese. Tale partito cercò quasi subito i contatti con l’OLP e si unì nel 1987. Il Partito Comunista Palestinese ebbe un importantissimo ruolo nella nascita della prima intifada. La leadership di Bashir Barghouti (1982-1998) fu molto importante perché cercò di rivalutare il marxismo-leninismo come ideologia politica. Nel 1991, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il partito venne rinominato Partito Popolare Palestinese, ma non cambiarono le idee, infatti i leader ponevano la lotta di classe come il primo passo fondamentale per la liberazione della Palestina. Il partito fu un sostenitore entusiastico degli accordi di Oslo, che sembravano poter risolvere la situazione. Nel 2002, però, si venne a creare una scissione, venendo perciò a crearsi il partito Iniziativa Nazionale Palestinese. 
Infine nelle elezioni legislative del 2006 il partito si uni a una lista chiamata Al-badeel che doveva riunire tutti i partiti di sinistra, tra cui Il fronte Democratico per la Liberazione della Palestina e l’Unione Democratica Palestinese. Nelle votazioni questa lista ricevette il 2,8% dei consensi. Anche questo partito ha un suo sito internet.