bierut2020

Ciò che rimane sul terreno dopo l’esplosione a Beirut è terribile: 220 morti, 6000 feriti e 300mila sfollati.

Migliaia di sfollati sono stati costretti a cercare un riparo temporaneo negli edifici scolastici e amministrativi; a seguito della eccezionale crisi economica negli ultimi anni molti faticano a riparare le proprie case. Cibo e medicine cominciano a scarseggiare, intanto aumentano i contagi di Covid-19.

I Libanesi, pur divisi e contraddittori, hanno ripetutamente provato nel corso della storia la loro capacità di solidarietà e unione per affrontare l’emergenza.
Sono nati gruppi spontanei di aiuto nei quartieri colpiti per aiutare coloro che hanno perso le loro case. Sono stati allestiti banchi per offrire cibo e acqua. Le città di tutto il paese si sono offerte di ospitare famiglie di Beirut con case danneggiate. Gli imprenditori si sono rivolti rapidamente ai social media, pubblicando le offerte per mettere le case in sicurezza, riparare porte danneggiate o sostituire gratuitamente finestre rotte.

Non possiamo rimanere indifferenti, già siamo presenti da anni in Libano sostenendo la società civile che faticosamente lotta contro ingiustizie, abusi e povertà. In questo momento drammatico, hanno bisogno del nostro sostegno e aiuto.

I nostri referenti Libanesi su luogo hanno formato un gruppo di intervento con 2 ingegneri civili, diversi artigiani e molti giovani per aiutare le famiglie più difficoltà. Dopo un breve sopralluogo, sulle indicazioni degli ingegneri si procede alla pulizia dei ruderi e messa in sicurezza delle case agibili, ripariamo gratuitamente le porte e finestre per permettere alle famiglie di tornare alle loro case. Capiamo quanto sia importante per le famiglie radunarsi nelle loro case. (Alcune immagine delle case visitate)

Il gruppo è sostenuto trasversalmente da tutti coloro che desiderano aiutare per dare una mano per alleviare le sofferenze delle famiglie colpite. 

La dimensione del dramma è così grande che il nostro intervento non può essere che una goccia nell'oceano ma l'esperienza ci insegna che in un paese lacerato da conflitti politici ed economici la macchina della solidarietà ufficiale è lenta, lentissima. Sappiamo quanto sia importante che ognuno dia la sua parte per quanto piccola.

Aggiornamento: Solidarity action Beirut

Rapporto da Beirut: Solidarity action Beirut

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