Il Libano è sicuramente il paese più multi culturale, multi etnico e, multi religioso del Medioriente.  Le divisioni politiche, religiose e etniche sommate alle tensioni internazionali nell’area geografica potrebbero rappresentare un pericolo per la pace interna del paese. La società deve far fronte a tali problemi nella sua quotidianità. Ogni individuo è costretto ad affrontare ogni giorno la conflittualità sociale, economica. Il rischio che il contrasto sociale trovi sfogo nella violenza è altissimo. Tale rischio è molto più evidente tra i giovani e adolescenti. Anche perché le strutture pubbliche educative non applicano nessun tipo di programma per l’educazione alla nonviolenza e alla tolleranza reciproca.
La recente guerra, ciò nonostante, ha portato, sotto il segno dell’emergenza, una compattazione straordinaria nella società civile libanese. Ora però, dopo il cessate il fuoco, questo legame,mostra la sua fragilità ed i suoi limiti.
Il clima di solidarietà creato dopo la guerra va considerato come un’opportunità da sostenere e sviluppare ai fini di una coesione sociale e una convivenza pacifica.
I partner libanesi sottolineano il carattere emergenziale di tale sostegno, ma le organizzazioni della società civile libanese, specialmente coloro che operano nelle zone più disagiate, hanno pochissime risorse per offrire percorsi formativi e professionali ai giovani e ancor meno per promuovere un’ educazione attenta ai principi dei diritti umani e della nonviolenza.Il progetto ha lo scopo di preparare un gruppo di educatori, in Libano, e di organizzare un programma specifico di educazione alla pace per i giovani.
In seguito gli educatori locali, con l’assistenza del consulente tecnico scientifico dell’Assopace realizzeranno questi interventi durante i campi di lavoro. Nonviolenza, risoluzione pacifica dei conflitti, interculture e diversità ed azioni di pace sono i temi della formazione. Le attività si prefiggono di:

  • Rendere i giovani consapevoli delle ragioni del conflitto e come risolvere i conflitti nella loro vita quotidiana;
  • Aumentare la consapevolezza degli studenti riguardo alla tolleranza/intolleranza e sostenere la loro preparazione a diventare buoni cittadini delle loro comunità, delle loro nazioni, e del mondo con abilità per promuovere la pace e la dignità umana tutti i livelli di interazione;
  • Usare il gruppo come un microcosmo di un giusto ordine nel mondo, nel quale i valori globali d’interdipendenza positiva, giustizia sociale, e partecipazione nei processi decisionali vengono appresi e praticati;
    Le attività principali consistono in 3 moduli .

Obiettivi
Il progetto si prefigge di contribuire allo sviluppo di educazione alla pace tra giovani libanesi ed è finalizzato a diminuire le azioni violente e di aiutarli ad accettare le differenze degli altri e lavorare per creare la pace.
Le attività di Educazione alla Pace mirano a:

  • Sviluppare la comprensione della natura e delle origini della violenza ed i suoi effetti sia sulle vittime che su chi le commette;
  • Creare strutture per il conseguimento di società pacifiche e creative;
  • Affinare la consapevolezza sull’esistenza di relazioni non pacifiche tra i popoli ed all’interno delle nazioni;
  • Indagare le cause dei conflitti e della violenza radicata all’interno delle percezioni, valori ed attitudini degli individui come pure nelle strutture sociali e politiche della società;
  • Incoraggiare la ricerca per tecniche alternative o possibilmente nonviolente;
  • Fornire metodi per la soluzione dei conflitti.

Il progetto aspira a guidare i giovani a studiare e sviluppare da soli diverse soluzioni per conflitti interpersonali, sociali e politici, senza l’uso della forza, del potere, dell’influenza e della violenza. Tale pratica aiuterà i giovani a considerare tutte le opzioni quando si trovano a fronteggiare un conflitto nella loro famiglia, tra amici e, soprattutto in futuro, nella loro vita sociale politica. I laboratori vogliono aiutare i giovani a liberarsi dal retroterra convenzionale e portare avanti le proprie idee. I laboratori non forzeranno i partecipanti ad accettare l’una o l’altra soluzione. Hanno bensì lo scopo di aiutare i giovani ad espandere le proprie capacità di elaborare le proprie idee. Attraverso lo specifico gruppo di lavoro i giovani saranno condotti ad escludere qualsiasi genere di violenza e ad applicare soluzioni nonviolente.
Nel frattempo, per rendere effettivo il progetto, sarà necessario realizzare un tirocinio speciale per educatori locali, in modo che siano aiutati ad accumulare esperienze sufficienti a promuovere attività educative nonviolente e di pace anche oltre il termine del progetto. Gli animatori locali potranno, in futuro, facilmente proseguire attività simili al laboratorio, nelle scuole locali e nei centri giovanili.

I più recenti studi sociologici e psicologici, che hanno esplorato i comportamenti che creano attitudine al conflitto, hanno provato una connessione diretta tra il comportamento personale (macrocosmo) ed il comportamento sociale politico. Studi specifici hanno provato che non è possibile promuovere l’educazione alla pace come fosse un’ideologia ma è necessario incoraggiare attività che prendano in considerazione i conflitti che ciascuno affronta nella vita quotidiana.
L’educazione alla pace dovrebbe iniziare dalla vita di tutti i giorni per dare soluzioni pacifiche e Non-Violente ai conflitti interpersonali in modo da creare un’attitudine positiva alla negoziazione, alla cooperazione ed all’accettazione degli altri.
Non è possibile applicare metodi pacifici nelle pubbliche istituzioni, nelle relazioni internazionali se non ci si è esercitati ed abituati ad applicarli in privato e nelle relazioni interpersonali, il che trasmette automaticamente l’idea di cooperazione e di collaborazione.
In Libano il conflitto all’interno della stessa società ha contaminato gli atteggiamenti pacifici e Non-Violenti di molta gente. Sotto gli effetti del conflitto la gente, consciamente ed inconsciamente, rifiuta di accettare le differenze degli altri. L’atmosfera generale, le difficoltà causate dal conflitto e dai problemi economici e sociali hanno, negli anni, influenzato anche i bambini ed i giovani. La logica della violenza e del conflitto ha cancellato l’idea che potrebbero esserci altre vie per affrontare i problemi. Ciò è possibile riscontrarlo soprattutto nelle relazioni interpersonali tra le componenti della stessa società. Le scuole regolari, non possono garantire una efficiente e corretta educazione alla pace per i giovani.
In questo clima, il rischio di avere una nuova generazione intollerante è troppo alto. E’ perciò necessario affrontare ed enfatizzare programmi di educazione alla pace e attività che siano dirette a valorizzare le diversità e a praticare la tolleranza: queste sono azioni centrali che hanno lo scopo di raggiungere la pace e la buona volontà nelle vite e nel mondo. E’ necessario sviluppare la consapevolezza degli elementi che promuovono un vivere pacifico e relazioni armoniche tra le famiglie e gli amici; vicinato e gruppi sociali, scuole e comunità professionali; stati e nazioni-stati . Considerando gli elementi che contribuiscono al vivere pacifico in una società multi culturale vengono valorizzate le diversità tra le culture e le società. Così è importante aiutare i giovani a comprendere che questi sono i concetti che accresceranno la loro comprensione e svilupperanno le loro abilità come futuri pacificatori e mantenitori della pace.
Nelle attività programmate in questo progetto, a) l’obiettivo come gruppo sono i giovani (10-16 anni) che frequentano i centri di aggregazione giovanili. Ciò è importante per avere persone che apprendono nel tempo dedicato allo svago nella loro quotidianità, quando cioè sono più disponibili al gioco e alla discussione. Non si tratterebbe dunque di alcun obbligo scolastico e così la scelta di ammissione ai laboratori sarebbe genuina. b) Evidentemente i beneficiari secondari sarebbero gli educatori locali che verrebbero addestrati dagli esperti europei.
Il numero dei diretti beneficiari è stato stimato intorno a 200 allievi. Se consideriamo che ciascun allievo potrebbe fare la propria esperienza di Educazione alla Pace nella sua famiglia, indirettamente, i beneficiari potrebbero essere approssimativamente almeno due volte di più.