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L'escalation spietata della povertà e disoccupazione giovanile nei campi profughi palestinesi in Libano e le sue conseguenze (aumento del disaggio sociale, aumenti potenziali di principi attivi illegali come criminalità, mancanza e atrofia delle competenze ecc.), ha implicazioni terribili per il presente e il futuro della stabilità sociale. La carenza di programmi educativi extra scolastici per i giovani crea ostacoli insormontabili che impediscono di far affiorare la creatività dei giovani e la realizzazione delle loro idee. La mancanza di autostima e incoraggiamento, la paura di essere trattati con condiscendenza e trovare scarso interesse in altri, sommati a una serie di impedimenti politici e sociali sono i muri non di facile superamento. Nel sistema educativo dei campi non c’è spazio per l'educazione artistica dei bambini e dei giovani. Le iniziative delle organizzazioni della società civile, molto spesso, sono assegnate a insegnanti volontari non formati, diminuendo così l'importanza e l’impatto a lungo termine dell'educazione artistica sulle generazioni future.

Malgrado tutto ciò, i giovani profughi trovano nella loro danza folcloristica tradizionale un appassionato legame. La danza folcloristica viene percepita come mezzo di trasmissione dlogo medioelle proprie identità e ciò assume significati del tutto peculiari di enorme rilevanza. Tuttavia la mancanza di sostegno li condanna a rimanere nel loro spazio di campo senza la possibilità di rompere il muro di discriminazione che li circonda.
L’educazione artistica è un una risorsa nella lotta alla devianza giovanile e al recupero dalla marginalità, molto evidente nell’area di intervento. L’arte, specialmente quella di gruppo, è fondamentale per la socializzazione dei giovani che, praticando, sviluppano la capacità di stare con gli altri, di confrontarsi e seguire regole che insegnano al singolo individuo l’adattamento sociale. Ecco perché il progetto intende sostenere l’educazione artistica nei campi profughi palestinesi.

Laboratori di danza folcloristica
L’acquisizione di abilità motorie attraverso la pratica di balli collettivi risulta particolarmente efficace, in quanto favorisce una dimensione di divertimento e di piacere funzionale. Nella danza, infatti, coordinazione, spazio e ritmo si completano, si affinano e si armonizzano attraverso un’esperienza di gioco collettivo all’interno di una situazione musicale. Tramite la danza è possibile, in un contesto ludico e socializzante, raggiungere obiettivi dell’area funzionale, relazionale e cognitiva.
La danza collettiva favorisce il senso di appartenenza e di coesione, concorre allo sviluppo di coerenti comportamenti relazionali, accentua i sentimenti collettivi e l’autocontrollo e alimenta la cooperazione in vista del raggiungimento di un fine comune. Fondata sul rispetto delle regole, la danza di gruppo sviluppa la fiducia in sé stessi e negli altri con conseguente miglioramento dei processi di autostima. Tuttavia tutto questo deve avvenire in un ambiente protetto e sotto la direzione di insegnati capaci umanamente e artisticamente.

Organizzazione spettacoli
Sicuramente gli spettacoli sono i momenti più emozionanti per i ragazzi durante cui esprimono la forma espressiva della propria vita. Per riuscire a preparare e organizzare uno spettacolo occorre impiegare sforzi organizzativi, logistici, e di supporto notevoli. Però ciò, non è cosa semplice, e tantomeno rilassante per i giovani che vivono nei campi profughi.
Durante i laboratori vengono affrontati con i partecipanti la modalità di pianificazione di spettacolo, i passi da compiere e come ricercare, organizzare e negoziare. L’intento è di dare ai ragazzi stessi la direzione della organizzazione dei loro spettacoli per fasi che acquisiscono capacità e autonomia organizzativa.

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