Ahmad Sa'dat
Ahmad Sa'dat (al-Bira, 1953) è Segretario Generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FPLP). Il 15 gennaio 2002 è stato incarcerato dall'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), nella prigione di Gerico.
Egli aderì al movimento degli studenti del FPLP nel 1967, e diviene membro del FPLP nel 1969. Saʿdāt succede a Abu Ali Mustafa nel 2001, dopo il suo omicidio a Ramallah da parte dell'esercito israeliano.
Ahmad Sa'dat è accusato da Israele di aver organizzato l'omicidio del ministro israeliano del Turismo Rehavam Zeevi nell'ottobre 2001 e di essersi rifugiato nella Muqataʿa insieme a Yasser Arafat, che rifiutò di consegnarlo a Israele.
Dopo delle trattative con gli Stati Uniti e il Regno Unito, fu raggiunto un accordo tra Israele e Autorità Palestinese. Saʿdāt fu arrestato e giudicato davanti ad un tribunale militare. Fu incarcerato nella prigione palestinese di Gerico, e la responsabilità della sua sorveglianza fu affidata a statunitensi e britannici.
La corte suprema palestinese ha dichiarato incostituzionale questa condanna e ha ordinato la liberazione del leader del FPLP, ma l'ANP si è rifiutata. Ma il 7 marzo 2006 il presidente palestinese Mahmūd ʿAbbas ha dichiarato di essere pronto a rilasciare Saʿdāt.
Secondo l'Agenzia France-Presse, gli statunitensi e i britannici hanno dichiarato l'8 marzo, in una lettera a Mahmud ʿAbbas, che si ritiravano dalla prigione perché l'Autorità Palestinese non rispettava i suoi impegni riguardanti la sicurezza degli osservatori.
Il 14 marzo 2006, l'esercito israeliano ha lanciato un assalto contro la prigione di Gerico. Dopo una giornata di assedio, conclusasi con un bilancio di 2 morti e 20 feriti (tutti palestinesi fra detenuti e guardiani), ha ottenuto la consegna di Saʿdāt. In seguito a ciò ha preso avvio una serie di rapimenti nella striscia di Gaza.
Verso la fine del mese di aprile il Procuratore israeliano ha annunciato che Saʿdāt non sarà perseguito per l'omicidio di Rehavam Zeevi, ma che sarà giudicato per "attentati alla sicurezza d'Israele".
Il 25 dicembre 2008, di fonte al Tribunale militare israeliano che lo giudica, Ahmad Saʿdāt dichiara di non riconoscere la legittimità del tribunale stesso dal momento che, in base alla legge internazionale, "esso è un'estensione dell'occupazione illegale, di fronte alla quale si pone il legittimo diritto del nostro popolo a resistervi".
Lo stesso giorno il Tribunale militare israeliano lo condanna a trent'anni di reclusione per "attentato alla sicurezza d'Israele".