Il popolo palestinese conta oggi circa 6 milioni di individui ( secondo fonti palestinesi circa 8 milioni ) 

I profughi ammassati in miserevoli campi o località sovraffollate censiti dall’UNRWA sono :

Libano 

 370.000

 Siria 

 374.000

 Giordania

 1.500.000

 Cisgiordania occupata

570.000   

 Gaza

 800.000

Circa 1,2 milioni di palestinesi vivono in Israele come cittadini di II. classe, almeno 1.000.000 nei paesi Arabi, circa 200.000 in altri paesi tra cui l’America latina , l’Europa ,gli USA (105’000), ecc. 
Il tasso  di natalità è molto più forte presso i Palestinesi ( soprattutto rifugiati ) che presso gli ebrei.
Dal 1948 e specialmente dopo il 1967 i moltissimi palestinesi che si rifugiarono in Giordania vennero accolti con molte riserve specie dal potere hascemita preoccupato per i propri privilegi. Mal sopportando le azioni della resistenza palestinese ( per es. dirottamento a Zerka nel 1970 ) e sotto la pressione degli USA il governo Giordano scatenò una feroce repressione, nota con il nome di settembre nero, durante la quale perirono ( a dipendenza delle fonti ) tra 5’000 e 20’000 palestinesi. Qualche anno più tardi,  dopo la morte della moglie palestinese perita in un misterioso incidente di elicottero , Hussein re di Giordania sposò una cittadina americana.
Nella maggior parte dei paesi dove si sono insediati (esclusi i rifugiati che vivono nei miserevoli campi profughi) alcuni Palestinesi hanno una situazione decorosa grazie al loro lavoro di specialisti, professionisti ecc. di alto livello ed hanno dato un contributo notevole allo sviluppo socio-economico dei paesi Arabi. Al contrario i palestinesi rimasti sotto dominio israeliano sono stati e vengono tuttora sfruttati come mano d’opera a basso costo. Solo pochissimi palestinesi hanno potuto accedere alle università israeliane. 
Da pochi anni i palestinesi hanno l’università di Birzeit e alcune scuole superiori spesso (anche nel 2003) chiuse su ordine degli israeliani ( 33 studenti di Birzeit sono in prigione in Israele). Molti palestinesi diplomati ma disoccupati devono lavorare in Israele come mano d’opera non qualificata a basso costo. 
In molti campi profughi, oltretutto continuamente minacciati da Israele, la vita è miserevole e l’aiuto internazionale rischia di venire meno.