Rapporto OCHA 11-24 ottobre 2022
Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati
riguardante il periodo: 11-24 ottobre 2022
Office for the Coordination of Humanitarian Affairs – occupied Palestinian territory http://www.ochaopt.org/
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati
riguardante il periodo: 11-24 ottobre 2022
nota 1: I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre] sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.
nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
1- In Cisgiordania sono continuati gli episodi di violenza quotidiana che hanno coinvolto palestinesi, coloni israeliani e forze israeliane: sono stati uccisi dieci palestinesi, compresi due minori, e un soldato israeliano; 650 palestinesi e nove israeliani sono rimasti feriti. In Cisgiordania, dal 2005 (anno in cui le Nazioni Unite hanno iniziato a registrare sistematicamente le vittime) ad oggi, su una media mensile, il 2022 è l’anno più mortifero per i palestinesi.
2- In Cisgiordania, nel corso di tre sparatorie fra palestinesi e coloni o soldati israeliani, sono stati uccisi un soldato israeliano e due palestinesi (seguono dettagli). L’11 ottobre, vicino all’insediamento colonico di Shavei Shomron, a nord-ovest della città di Nablus, in un attacco con auto, un palestinese ha sparato contro un soldato israeliano uccidendolo; si è quindi dato alla fuga. I soldati israeliani erano presenti nell’area per proteggere una marcia di coloni, alla quale, secondo i media israeliani, hanno partecipato in migliaia, occupando l’area (Nablus) con tende e roulottes. Successivamente, le forze israeliane hanno condotto vaste operazioni di ricerca-arresto, disponendo decine di posti di blocco e chiudendo, tranne uno, tutti i punti di accesso e uscita dalla città di Nablus (vedi sotto). Il 14 ottobre, un palestinese armato ha aperto il fuoco in direzione dell’insediamento colonico di Beit El, vicino a Ramallah, dove è rimasto ferito un colono israeliano; il presunto autore, un palestinese di 23 anni, è stato successivamente ucciso a colpi di arma da fuoco dalle forze israeliane. Il 19 ottobre, nei pressi dell’insediamento di Ma’ale Adummim (Gerusalemme), un palestinese di 22 anni è stato ucciso in uno scambio a fuoco con guardie israeliane; si ritiene che possa essere l’uomo armato che, l’8 ottobre, nei pressi del Campo profughi di Shu’fat, uccise un soldato israeliano e ferì altri due israeliani e che da allora era in fuga. Alla fine del periodo di riferimento del presente rapporto i corpi di entrambi gli aggressori palestinesi erano ancora trattenuti dalle autorità israeliane. In un altro episodio accaduto il 22 ottobre, nelle vicinanze dell’insediamento di French Hill a Gerusalemme est, un sedicenne palestinese è stato colpito e ferito con proiettili veri; aveva accoltellato e ferito un israeliano. In Cisgiordania e Israele, dall’inizio dell’anno, nel corso di aggressioni ad opera di palestinesi o tentate/presunte aggressioni contro israeliani sono stati uccisi dalle forze israeliane, con armi da fuoco, quattordici palestinesi.
3- Nel corso di tre operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte dalle forze israeliane a Jenin e Salfit, sono stati uccisi, con armi da fuoco, quattro palestinesi e altri sette sono stati feriti (seguono dettagli). Il 14 ottobre, un’unità sotto copertura israeliana ha fatto irruzione nel Campo profughi di Jenin, dove si è scontrato con palestinesi armati. Due palestinesi armati sono stati uccisi dalle forze israeliane, con armi da fuoco e altri quattro sono stati feriti; inclusi tre membri del personale medico che sono stati colpiti da schegge di proiettili veri mentre cercavano di evacuare i feriti. Tre palestinesi sono stati arrestati. Il 16 ottobre, un palestinese di 30 anni è morto per le ferite riportate il giorno precedente; le forze israeliane gli avevano sparato con proiettili veri durante un raid nel villaggio di Qarawat Bani Hassan (Salfit). Secondo testimoni oculari, le forze israeliane hanno sparato proiettili veri contro i residenti che lanciavano pietre. Secondo i media israeliani, un soldato israeliano è stato ferito da pietre. Il 21 ottobre, le forze israeliane hanno fatto irruzione nella città di Jenin, sparando proiettili veri, proiettili rivestiti di gomma e lacrimogeni contro i residenti che lanciavano pietre. Un diciottenne palestinese è stato ucciso con armi da fuoco e altri tre sono rimasti feriti. Ciò porta a 74 il numero totale di palestinesi uccisi durante operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte dalle forze israeliane in Cisgiordania nel 2022, di cui 29 nei Campi profughi. Il 23 ottobre, nella Città Vecchia di Nablus, un palestinese di 33 anni è stato ucciso dall’esplosione di un ordigno installato sulla sua moto. Fonti israeliane e palestinesi ritengono che potrebbe essere opera delle forze israeliane.
4- Nel corso di manifestazioni svolte a Hebron e Ramallah, le forze israeliane hanno sparato, uccidendo due ragazzi palestinesi (seguono dettagli). Il 12 ottobre, un ragazzo palestinese di 17 anni è stato ucciso con proiettili veri nel Campo profughi di Al ‘Arrub (Hebron), dove era in corso una manifestazione contro la chiusura del Campo profughi di Shu’fat, seguita all’uccisione di un soldato israeliano, avvenuta nelle vicinanze dello stesso Campo, l’8 Ottobre. I palestinesi hanno lanciato pietre contro le forze israeliane in servizio al checkpoint vicino all’ingresso del Campo, e queste ultime hanno sparato, uccidendo il ragazzo e ferendone un altro. Il 20 ottobre, un ragazzo palestinese di 16 anni è morto per le ferite riportate il 28 settembre, quando le forze israeliane gli spararono con proiettili veri, vicino al checkpoint Beit El/DCO a Ramallah, durante una manifestazione contro le operazioni militari israeliane condotte nel Campo profughi di Jenin. Ciò porta a 28 il numero totale di minori palestinesi uccisi in Cisgiordania dall’inizio del 2022, di cui almeno 27 uccisi dalle forze israeliane; in tutto il 2021 erano stati 17.
5- Nei pressi del checkpoint di Jaljulia (Qalqiliya), le forze israeliane hanno sparato, uccidendo un lavoratore palestinese seduto all’interno di un’auto (seguono dettagli). Il 22 ottobre, le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro un’auto con targa israeliana che viaggiava da Israele verso la Cisgiordania. Il veicolo ha accelerato in un apparente tentativo di evitare l’alt dei soldati. Le forze israeliane hanno sparato contro la parte posteriore dell’auto. Secondo le forze israeliane, citate dai media israeliani, il veicolo aveva urtato e ferito uno dei soldati. All’interno dell’auto era seduto un palestinese di 32 anni, che è stato colpito da proiettili veri sparati alla testa dalle forze israeliane: per le ferite riportate è morto più tardi, quello stesso giorno, in un ospedale palestinese. In altri tre episodi separati, accaduti vicino al checkpoint di Tarqumiya e vicino a As Samu’ (entrambi a Hebron), le forze israeliane hanno sparato e ferito tre palestinesi che, attraverso varchi abusivi nella Barriera, stavano cercando di raggiungere i loro luoghi di lavoro in Israele.
6- Complessivamente, in Cisgiordania sono stati feriti dalle forze israeliane 623 palestinesi, inclusi almeno 69 minori; 46 sono stati colpiti con proiettili veri. Dei feriti totali, 123 sono rimasti feriti in manifestazioni tenutesi a Nablus, Ramallah, Betlemme, Gerusalemme e Hebron per protestare contro le restrizioni israeliane imposte dall’11 ottobre al movimento in entrata e in uscita dalla città di Nablus e dai villaggi circostanti. Altri 28 feriti sono stati registrati vicino a Beit Dajan (Nablus) e Kafr Qaddum (Qalqilya), in manifestazioni contro le restrizioni di accesso e l’espansione degli insediamenti. In undici casi, le forze israeliane hanno ferito 223 palestinesi in risposta al lancio di pietre contro coloni israeliani, scortati da forze israeliane; coloni che avevano danneggiato proprietà in dieci Comunità palestinesi. Gli episodi sono avvenuti nei governatorati di Nablus, Tulkarm, Salfit, Qalqiliya, Gerusalemme e Gerico. Altre 175 persone sono rimaste ferite in operazioni di ricerca-arresto (vedi sotto). In tre occasioni, le forze israeliane hanno sparato proiettili veri contro palestinesi che cercavano di attraversare la Barriera israeliana in Cisgiordania attraverso varchi abusivi (vedi sopra). I restanti feriti (70) sono stati registrati nei governatorati di Hebron, Betlemme, Qalqiliya, Nablus e Gerusalemme, durante scontri in cui i palestinesi spesso lanciavano pietre contro le forze israeliane posizionate ai checkpoints e alle torrette di osservazione e queste ultime sparavano proiettili veri, proiettili rivestiti di gomma e gas lacrimogeni. Complessivamente, 489 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeni, 46 sono stati colpiti da proiettili veri, 40 sono stati colpiti con proiettili rivestiti di gomma e 23 sono stati aggrediti fisicamente.
7- In Cisgiordania, complessivamente, le forze israeliane hanno condotto 157 operazioni di ricerca-arresto ed hanno arrestato 201 palestinesi, inclusi 18 minori. Il governatorato di Gerusalemme ha registrato il maggior numero di operazioni (72) e il maggior numero di arresti (113). Finora, nel 2022, il numero medio mensile di palestinesi arrestati dalle forze israeliane in Cisgiordania è il più alto dal 2017.
8- In diverse località della Cisgiordania, le forze israeliane hanno limitato gli spostamenti dei palestinesi. Dall’uccisione di un soldato israeliano, avvenuta l’11 ottobre (vedi sopra), e fino alla chiusura del presente rapporto, le forze israeliane hanno chiuso tutti i punti di accesso e uscita dalla città di Nablus (circa 170.000 abitanti) ad eccezione del checkpoint di Huwwara, dove l’attraversamento è stato consentito in via eccezionale, ma con notevoli ritardi, anche per casi umanitari. La chiusura ha ostacolato l’accesso e il funzionamento dei servizi essenziali e dei mezzi di sussistenza: alunni e insegnanti hanno subito ritardi nel raggiungere le scuole, l’orario di insegnamento è stato ridotto e, in alcune aree, le lezioni sono state sospese; sono stati segnalati anche ritardi nel raggiungimento delle strutture sanitarie.
9- A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, adducendo la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito o costretto le persone a demolire sei strutture di proprietà palestinese. Di conseguenza, tre persone, tra cui un minore, sono state sfollate e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di altre 47.
10-La stagione della raccolta delle olive, iniziata in Cisgiordania il 13 ottobre, è stata turbata da almeno 22 episodi che hanno provocato ferimenti o danni alla proprietà: un agricoltore palestinese è stato ferito da coloni israeliani; oltre 800 ulivi sono stati bruciati o danneggiati e grandi quantità di raccolto sono state rubate da persone conosciute come coloni, o ritenute tali (seguono dettagli). Nella periferia del villaggio di Kisan (Betlemme) e Kafr ad Dik (Salfit), coloni hanno colpito con pietre, aggredito fisicamente e accoltellato un raccoglitore di olive palestinese e un volontario internazionale. In otto casi, coloni israeliani hanno vandalizzato circa 700 ulivi vicino ai villaggi di Deir Jarir e Al Mughayyir (entrambi a Ramallah), nell’area H2 della città di Hebron, Kafr Qaddum (Qalqiliya), Qabalan (Nablus) e Qarawat Bani Hassan (Salfit) . Gli altri dodici casi hanno riguardato il furto del raccolto di circa 800 ulivi vicino a Qaffin (Tulkarm), Qarawat Bani Hassan e Yasuf (entrambi a Salfit), Ya’bad (Jenin), Silwan a Gerusalemme est e An Naqura, Azmut e Qaryut (tutte a Nablus) dove venivano sottratti anche gli attrezzi per la raccolta.
11- In altri casi non collegati alla stagione della raccolta delle olive, coloni israeliani hanno ferito 27 palestinesi e persone conosciute come coloni israeliani, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in 35 casi. In tredici episodi avvenuti nella periferia di Al Lubban ash Sharqiya, Burin, Qusra, Huwwara (entrambi a Nablus) e Qarawat Bani Hassan (Sakfit), Azzun (Qalqiliya) e nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est, coloni hanno colpito con pietre, aggredito fisicamente e ferito 27 Palestinesi e hanno vandalizzato 280 alberi e 45 veicoli, innescando lanci di pietre con i residenti. Le forze israeliane sono intervenute in sei circostanze, ferendo altri 223 palestinesi. Altri tredici episodi sono stati registrati a Salfit, Hebron, Ramallah e Qalqiliya, dove sono state rubate attrezzature agricole e bestiame e sono stati danneggiati serbatoi d’acqua e la rete idrica. In altri nove episodi, vicino a Gerusalemme, Hebron e Nablus, coloni hanno lanciato pietre contro veicoli palestinesi, provocando danni ad almeno dieci veicoli.
12- In Cisgiordania, nel corso di cinque episodi sono rimasti feriti altrettanti coloni. Questi includono la citata sparatoria all’insediamento di Beit El, dove un colono è rimasto ferito. Inoltre, il 19 ottobre, un ragazzo palestinese ha accoltellato e ferito un israeliano a Gerusalemme est. In altri tre casi, tre coloni israeliani sono rimasti feriti e danni alla proprietà sono stati causati da persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, che hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani che viaggiavano sulle strade della Cisgiordania. Secondo fonti israeliane, sono stati danneggiati almeno tre veicoli israeliani.
13- Nella Striscia di Gaza, vicino alla recinzione perimetrale israeliana o al largo della costa, presumibilmente per far rispettare le restrizioni di accesso nelle aree all’interno di Gaza, in almeno 26 occasioni, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento; un peschereccio ha subito danni, ma non sono stati riportati feriti. Il 13 ottobre, le forze israeliane hanno sparato gas lacrimogeni vicino a una scuola, situata a 1.700 metri dalla recinzione perimetrale, a sud-est di Gaza: tre studenti sono stati portati in ospedale e le lezioni sono state sospese per il resto della giornata, colpendo oltre 270 alunni.
Note: I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informazioni, corredate da dati numerici e grafici statistici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati. Sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
Sullo stesso sito sono reperibili mappe della Striscia di Gaza e della Cisgiordania:
Striscia di Gaza: https://www.ochaopt.org/sites/default/files/gaza_a0_press.pdf
Cisgiordania: https://www.ochaopt.org/sites/default/files/westbank_a0_25_06_2020_final.pdf
La scrivente “Associazione per la pace – gruppo territoriale di Rivoli”, stante l’imparzialità dell’Organo che li redige, utilizza i Rapporti per diffondere un’informazione affidabile sugli eventi che accadono in Palestina. Pertanto, traduce i Rapporti in italiano (escludendo i dati statistici ed i grafici) e li invia agli interessati. Talvolta, i traduttori dell’Associazione, per esplicitare informazioni che gli estensori dei Rapporti sottintendono considerandole già note ai lettori abituali, aggiungono nel corpo del testo brevi note [in corsivo tra parentesi quadre]. Il neretto nel testo del Rapporto è di OCHAoPt.
In caso di discrepanze, fa testo la versione originale in lingua inglese.
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