Rapporto OCHA 22 agosto – 4 settembre 2023
Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati
riguardante il periodo: 22 agosto – 4 settembre 2023
Office for the Coordination of Humanitarian Affairs – occupied Palestinian territory http://www.ochaopt.org/
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati
riguardante il periodo:22 agosto – 4 settembre 2023
nota 1: I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano l’edizione inglese dei Rapporti.
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre] sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.
nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
1). Forze israeliane hanno ucciso due palestinesi, tra cui un minore. Un altro palestinese è morto per le ferite riportate durante una delle operazioni condotte dalle forze israeliane in Cisgiordania, alcune delle quali hanno comportato scontri a fuoco (seguono dettagli)
Il 22 agosto, ad Az Zababida (Jenin), durante un’operazione di ricerca-arresto, forze israeliane hanno sparato, uccidendo un ragazzo palestinese di 17 anni; durante l’operazione le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e i palestinesi hanno lanciato ordigni esplosivi. Il 25 agosto, un palestinese di Jaba’ (Jenin) è morto a causa delle ferite riportate durante un’operazione condotta nel Campo profughi di Jenin il 3 e 4 luglio 2023. L’uomo era stato colpito, con arma da fuoco, dalle forze israeliane. Il bilancio totale delle vittime palestinesi di quell’operazione è arrivato a 13, segnando il numero più alto di palestinesi uccisi in una singola operazione in Cisgiordania dal 2005. Il 1° settembre, forze israeliane hanno fatto irruzione ad Aqqaba (Tubas) ed hanno circondato una casa palestinese. Ne è seguito uno scontro a fuoco con palestinesi; le forze israeliane hanno sparato proiettili veri, uccidendo un passante palestinese e ferendone un altro. Nello stesso episodio sono rimasti feriti altri 33 palestinesi. Secondo la Comunità locale, le forze israeliane hanno utilizzato proiettili esplosivi sparati a spalla ed hanno arrestato due persone. Ai paramedici è stato impedito di curare i feriti per oltre un’ora e un’ambulanza ha subito danni da proiettili rivestiti di gomma. Dieci persone, tra cui sei minori, sono state sfollate a causa dei danni arrecati alle loro case. Finora, nel 2023, in Cisgiordania e Israele, le forze israeliane hanno ucciso 17 palestinesi, superando già il bilancio delle vittime delle forze israeliane in Cisgiordania rispetto a qualsiasi anno intero dal 2005.
2). Nel Campo profughi di Tulkarem, un palestinese è rimasto ucciso, con colpi di arma da fuoco, nel corso di uno scontro a fuoco tra forze palestinesi e altri palestinesi (seguono dettagli). Il 30 agosto, nel Campo profughi di Tulkarem, forze palestinesi hanno iniziato a rimuovere dalla strada gli ostacoli stradali che erano stati posizionati dai residenti palestinesi per impedire ai veicoli militari israeliani di entrare nel Campo. Durante l’operazione ha avuto luogo uno scontro a fuoco tra le stesse forze palestinesi e residenti palestinesi. Un passante è rimasto ferito e successivamente dichiarato morto. Nella stessa circostanza sono rimaste ferite altre otto persone.
3). In Cisgiordania, nel corso due distinti attacchi, tentativi di attacco o presunti attacchi perpetrati da persone ritenute palestinesi, un soldato israeliano è stato ucciso e quattro israeliani e due palestinesi sono rimasti feriti; inoltre, sono morti due palestinesi (di cui uno minorenne) ad opera delle forze israeliane e di un membro fuori servizio delle stesse forze (seguono dettagli). Il 31 agosto, al checkpoint di Maccabim sul Raad 443 vicino a Ramallah, un palestinese ha investito un gruppo di persone, uccidendo un soldato israeliano e ferendo quattro israeliani e un ragazzo palestinese, dandosi poi alla fuga. Poco dopo, al checkpoint di Ni’lin, le forze israeliane gli hanno sparato, arrestandolo. Ore dopo, è stato dichiarato morto in un ospedale israeliano. Il 30 agosto, un palestinese si è lanciato con la sua auto contro i soldati israeliani che presidiavano un checkpoint vicino all’insediamento di Beit Haggai (Hebron), ferendone uno; è stato quindi colpito con arma da fuoco, ferito e arrestato. Successivamente, le forze israeliane hanno chiuso i due principali ingressi meridionali di Hebron dalla Strada 60, causando gravi congestioni del traffico e ritardi per i viaggiatori, minando l’accesso ai mezzi di sussistenza e ai servizi. Lo stesso giorno, in una stazione della metropolitana leggera nella zona di Al Musrara, tra Gerusalemme Est e Ovest, un membro delle forze israeliane fuori servizio ha sparato, uccidendo un ragazzo palestinese di 14 anni. Secondo fonti israeliane, il ragazzo aveva accoltellato e ferito un israeliano. Successivamente, il membro delle forze israeliane fuori servizio, in abiti civili, ha sparato al ragazzo che appariva immobilizzato e non presentava alcun rischio, come mostrato nelle riprese video. In seguito all’accaduto, forze israeliane hanno fatto irruzione nella casa di famiglia del ragazzo, nella zona di Beit Hanina, a Gerusalemme Est, arrestando i suoi genitori, il fratello e la sorella. Le forze israeliane hanno sparato proiettili rivestiti di gomma e lacrimogeni contro i palestinesi che si erano radunati vicino alla casa, provocando 18 feriti, tra cui quattro minori e due donne.
4). In Cisgiordania, durante il periodo in esame, sono stati feriti dalle forze israeliane 282 palestinesi, tra cui almeno 29 minori, 17 colpiti da proiettili veri. La maggior parte dei feriti (150) sono stati segnalati in quattro episodi seguiti all’ingresso di coloni israeliani, accompagnati dalle forze israeliane, a Burqa, Qusra e Qaryut (tutti a Nablus) e nella Tomba di Giuseppe nella città di Nablus. Negli episodi registrati nel villaggio di Burqa, coloni israeliani hanno lanciato pietre contro case e veicoli palestinesi, danneggiando tre veicoli. I residenti palestinesi hanno lanciato pietre e le forze israeliane hanno sparato lacrimogeni. Nell’episodio di Qusra coloni hanno aggredito fisicamente e lanciato pietre contro agricoltori palestinesi che lavoravano nelle proprie terre; successivamente gli agricoltori palestinesi hanno lanciato pietre e le forze israeliane hanno sparato lacrimogeni e proiettili di gomma. Durante l’episodio riferito alla città di Nablus, le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e proiettili di gomma, granate assordanti e gas lacrimogeni contro palestinesi che lanciavano pietre e ordigni esplosivi. L’esercito israeliano ha riferito che quattro membri delle forze israeliane sono rimasti feriti da un ordigno esplosivo. Altri 44 palestinesi feriti sono stati segnalati in due manifestazioni contro l’espansione degli insediamenti a Beit Dajan (Nablus) e le restrizioni all’accesso legate agli insediamenti a Kafr Qaddum (Qalqilya). Altri 86 feriti si sono verificati durante 11 operazioni di ricerca-arresto e altre operazioni condotte da forze israeliane in tutta la Cisgiordania. Altri due palestinesi sono rimasti feriti ai checkpoint militari israeliani nella città di Qalqiliya e A Seefer (Hebron). A Qalqiliya, centinaia di lavoratori palestinesi hanno organizzato una manifestazione, bloccando la Strada 55 per protestare contro il ritiro, da parte delle forze israeliane, degli autobus che li trasportavano ai luoghi di lavoro in Israele. Forze israeliane hanno lanciato granate stordenti, bombolette di gas lacrimogeno e granate assordanti ferendo uno dei lavoratori. Ad A Seefer (Hebron), al checkpoint di Beit Yatir, forze israeliane hanno ferito un membro delle forze palestinesi. Complessivamente, 211 palestinesi sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeno, 17 sono stati colpiti da proiettili veri, 34 sono stati feriti con proiettili di gomma, sette con schegge, uno con granate assordanti e 12 sono stati aggrediti fisicamente. In Cisgiordania, dall’inizio dell’anno, 722 palestinesi sono stati feriti con armi da fuoco dalle forze israeliane, quasi il doppio del numero registrato nello stesso periodo del 2022 (432).
5). In Cisgiordania undici palestinesi, tra cui un minore e due donne, sono stati feriti da coloni israeliani, e persone conosciute come coloni, o ritenute tali, hanno danneggiato proprietà palestinesi in altri 15 casi. A ciò si aggiungono le vittime palestinesi delle forze israeliane nei suddetti episodi, registrati a Nablus, collegati a coloni (seguono dettagli). Il 22 agosto, nella Comunità di pastori di Tuba di Masafer Yatta, a sud di Hebron, tre membri della stessa famiglia, tra cui una donna, sono rimasti feriti, dopo che un gruppo di coloni israeliani, secondo quanto riferito provenienti dall’insediamento di Nof Nesher, hanno spruzzato gas al peperoncino, hanno aggredito fisicamente e manomesso i loro averi all’interno della loro casa. Il 26 e il 31 agosto, cinque palestinesi sono rimasti feriti e i loro veicoli hanno subito danni quando, vicino al checkpoint di Beit El DCO all’ingresso di Ramallah, coloni israeliani hanno lanciato pietre. Il 30 agosto, nella Comunità di Ein al Hilwa, nella valle settentrionale del Giordano, a Tubas, un gruppo di israeliani, provenienti dall’insediamento di Maskiyot e dai suoi avamposti adiacenti, hanno attaccato un pastore palestinese che stava pascolando il proprio bestiame. I coloni hanno usato dei bastoni per aggredire fisicamente e ferire l’uomo. Il 3 settembre, vicino all’ingresso del villaggio di Majdal Bani Fadil, a sud-est di Nablus, un palestinese è rimasto ferito e il suo veicolo ha subito danni quando coloni israeliani hanno lanciato pietre. Il 4 settembre, nella Comunità Halawh di Masafer Yatta (Hebron), un gruppo di coloni israeliani ha aggredito e ferito un palestinese, rubandogli l’asino. Inoltre, secondo fonti delle Comunità, durante il periodo in esame, vicino agli insediamenti israeliani ma su territorio palestinese, più di 350 alberi e alberelli sono stati vandalizzati; questo in cinque episodi registrati a Madama (Nablus), Tuqu’ (Betlemme), Al Mughayyir (Ramallah), Azzun (Qalqiliya) e Ni’lin (Ramallah). Tre episodi registrati a Fer’a (Hebron), Al Baqa’a (Gerusalemme) e Wadi as Seeq (Ramallah) hanno coinvolto coloni che, entrati nelle Comunità, hanno causato danni a un rifugio per animali e parti di una rete idrica, oltre a ferire il bestiame.
6). In Cisgiordania undici coloni israeliani sono rimasti feriti in cinque episodi.Questi includono gli attacchi (già citati) con accoltellamento e speronamento avvenuti a Gerusalemme e Ramallah in cui sono rimasti feriti tre israeliani. Inoltre, in due casi separati, il 29 agosto e il 2 settembre, sei coloni sono rimasti feriti mentre sconfinavano nelle Comunità palestinesi di Wadi As Seeq (Ramallah) e Qusra (Nablus), dove sono stati segnalati lanci di pietre tra residenti palestinesi e coloni. In un altro caso, avvenuto il 31 agosto, un colono israeliano è rimasto ferito e danni alla proprietà sono stati causati da persone conosciute come palestinesi, o ritenute tali, che hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani che circolavano sulle strade della Cisgiordania. Secondo fonti israeliane almeno tre veicoli israeliani sono stati danneggiati.
7). L’unica famiglia palestinese rimasta nella Comunità di pastori di Al Baqa’a (Gerusalemme) se n’è andata, citando la violenza da parte degli israeliani provenienti da una fattoria recentemente creata all’interno della Comunità (seguono dettagli). Il 1° settembre, l’unica famiglia palestinese rimasta, composta da otto persone, tra cui cinque minori, ha lasciato la Comunità in seguito a una serie di attacchi ad opera di coloni; incluso uno avvenuto il 26 agosto, quando 13 mangiatoie per animali e altri averi sono stati rubati da coloni israeliani. All’inizio di luglio, otto famiglie, comprendenti 43 persone, tra cui 25 minori, appartenenti alla stessa Comunità, avevano smantellato le loro case e le strutture di sostentamento e si erano trasferite in luoghi più sicuri. L’avamposto dell’insediamento è stato rimosso dalle autorità israeliane il 18 luglio, ma è stato ristabilito subito dopo e ha continuato a essere fonte di violenza contro la Comunità di pastori, ora completamente svuotata. Tra il 2022 e il 2023, circa 500 persone, tra cui 267 minori, sono partite dalle Comunità di Ras al Tin, Wadi as Seeq, Ein Samiya (tutte a Ramallah), Al Baqa’a (Gerusalemme), Lifjim (Nablus) e Wedadie e Khirbet Bir al ‘Idd (entrambi a sud di Hebron), citando come ragioni principali la violenza dei coloni e la perdita di accesso ai pascoli. Di conseguenza, quattro di queste sette Comunità sono state completamente svuotate, mentre nelle altre sono rimaste solo poche famiglie.
8). A Gerusalemme Est e nell’Area C della Cisgiordania, le autorità israeliane, citando la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, che sono quasi impossibili da ottenere, hanno demolito, confiscato o costretto le persone a demolire 14 strutture comprese sette case. Di conseguenza, nove palestinesi, tra cui cinque minori, sono stati sfollati e sono stati colpiti i mezzi di sussistenza di oltre 50 altre persone.Otto delle strutture colpite sono state demolite in Area C, comprese cinque strutture agricole demolite ad At Taybeh (Hebron). Nella stessa circostanza è stato distrutto un serbatoio d’acqua e sono stati sradicati nove alberi. Le restanti sei strutture sono state demolite a Gerusalemme Est, provocando lo sfollamento di due famiglie, composte da nove persone, tra cui cinque minori. Cinque delle sei strutture demolite a Gerusalemme Est sono state distrutte dai proprietari per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane.
9). In diverse località della Cisgiordania le forze israeliane hanno limitato il movimento dei palestinesi (seguono dettagli). In seguito all’uccisione di tre coloni israeliani il 19 e 21 agosto, a Nablus e Hebron, le forze israeliane hanno intensificato le restrizioni alla circolazione attorno a Nablus e alla città di Hebron, impedendo il movimento di centinaia di migliaia di palestinesi in entrata e in uscita dalle città di Nablus e Hebron. Il 25 agosto, le forze israeliane hanno chiuso il cancello metallico installato all’ingresso occidentale di Husan (Betlemme), limitando il movimento di oltre 7.000 palestinesi. Il 29 agosto, le forze israeliane hanno chiuso il cancello della Barriera di Al ‘Isawiya, situato sul lato della Barriera in Cisgiordania. Questo cancello è il principale punto di accesso per circa 100 palestinesi, costretti a fare deviazioni più lunghe e ostacolati nell’accedere ai propri mezzi di sussistenza e ai servizi.
Nella Striscia di Gaza, in almeno 25 casi, vicino alla recinzione perimetrale di Israele o al largo della costa, le forze israeliane hanno aperto un “fuoco di avvertimento”. Durante questi episodi, due pescatori sono rimasti feriti, altri cinque sono stati arrestati e due pescherecci sono stati confiscati. In tre occasioni, le forze israeliane hanno spianato il terreno vicino alla recinzione perimetrale a est della città di Gaza, di Khan Younis e della zona centrale. Separatamente, quattro palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane mentre tentavano di attraversare la recinzione per entrare in Israele.
10). Sempre nella Striscia di Gaza, il 25 agosto e il 1 settembre, centinaia di persone hanno partecipato a proteste vicino alla recinzione perimetrale israeliana con Gaza.I manifestanti hanno bruciato pneumatici e lanciato pietre contro i posti di osservazione israeliani, e le forze israeliane hanno sparato proiettili veri e lacrimogeni, provocando il ferimento di 18 palestinesi, tra cui quattro minori.
11). Il 1 settembre, la centrale elettrica di Gaza ha spento la sua quarta turbina, che era in funzione dal 1 agosto in seguito alla consegna di carburante da parte del governo del Qatar. In questo modo la produzione della centrale elettrica è stata ridotta da 95 a 65 megawatt. Nel mese di agosto, la fornitura giornaliera di energia elettrica ha raggiunto in media fino a 13 ore, rispetto alle 11 ore di media di luglio. Dal 1° settembre la riduzione della fornitura di energia elettrica sta sconvolgendo la vita quotidiana e la fornitura di servizi sanitari, idrici, igienici e igienico-sanitari.
Ultimi sviluppi (dopo il periodo di riferimento)
Questa sezione si basa sulle informazioni iniziali provenienti da diverse fonti. Ulteriori dettagli confermati saranno forniti nel prossimo rapporto.
– Il 5 settembre, nel Campo profughi di Nur Shams (Tulkarm), durante un’operazione di ricerca-arresto, si è verificato uno scontro a fuoco tra palestinesi e forze israeliane e un palestinese è stato ucciso.
Note a piè di pagina
1 Vengono conteggiati separatamente i palestinesi uccisi o feriti da persone che non sono membri delle forze israeliane; ad esempio da civili israeliani o con razzi palestinesi che non hanno raggiunto il bersaglio, così come coloro la cui causa immediata di morte o l’identità dell’autore del reato rimangono controverse, poco chiare o sconosciute. In questo periodo di riferimento, un palestinese ucciso da un colono israeliano viene conteggiato separatamente.
2 Le vittime israeliane in questi rapporti includono persone ferite mentre correvano verso i rifugi durante gli attacchi missilistici palestinesi. I cittadini stranieri uccisi negli attacchi palestinesi e le persone la cui causa immediata di morte o l’identità dell’autore rimane controversa, poco chiara o sconosciuta, vengono conteggiati separatamente.
La protezione dei dati dei civili da parte dell’OCHA include gli episodi avvenuti al di fuori dei territori palestinesi occupati (oPt) solo se hanno coinvolto i residenti dei territori occupati come vittime o autori.
Note: I Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua inglese, araba ed ebraica; contengono informazioni, corredate da dati numerici e grafici statistici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati. Sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
Sullo stesso sito sono reperibili mappe della Striscia di Gaza e della Cisgiordania:
Striscia di Gaza: https://www.ochaopt.org/sites/default/files/gaza_a0_press.pdf
Cisgiordania: https://www.ochaopt.org/sites/default/files/westbank_a0_25_06_2020_final.pdf
La scrivente “Associazione per la pace – gruppo territoriale di Rivoli”, stante l’imparzialità dell’Organo che li redige, utilizza i Rapporti per diffondere un’informazione affidabile sugli eventi che accadono in Palestina. Pertanto, traduce i Rapporti in italiano (escludendo i dati statistici ed i grafici) e li invia agli interessati. Talvolta, i traduttori dell’Associazione, per esplicitare informazioni che gli estensori dei Rapporti sottintendono considerandole già note ai lettori abituali, aggiungono nel corpo del testo brevi note [in corsivo tra parentesi quadre]. Il neretto nel testo del Rapporto è di OCHAoPt.
In caso di discrepanze, fa testo la versione originale in lingua inglese.
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