peace in syria

Manifestazione in Piazza Castello a Milano Colori, musica, parole e persone contro la guerra e per la libertà
Sabato 17 marzo 2018 – dalle 15.00
A sette anni dall'inizio della rivoluzione Siriana - Ancora dalla parte della Pace, della Giustizia e della Libertà

L’ONU sostiene di non aver più parole per la Siria, ma noi, abbiamo ancora molto da dire ai governi, ai parlamentari, agli elettori e agli esperti di quei paesi da cui l’ordine costituito è dipeso fino ad ora.
La popolazione siriana è stata fucilata e uccisa in pieno giorno per aver protestato contro l’ingiustizia. È stata imprigionata, torturata e giustiziata. È stata bombardata e bombardata di nuovo con sofisticati missili balistici e barili bomba. È stata assediata, umiliata, violentata. È stata costretta alla fuga e privata dei beni. È stata gasata.

Oggi, mentre Idlib e Afrin bruciano, l’inevitabile sta accadendo nella Ghouta, l’enorme campo di concentramento a cielo aperto che sta per entrare nel suo quinto anno sotto assedio. Ciò che accadrà dopo è prevedibile, perché si tratta di qualcosa che si sta ripetendo continuamente in tutta la Siria ormai da sette sanguinosi anni. Dopo aver tenuto in ostaggio centinaia di migliaia di persone ed impedito che cibo, medicine e aiuti di ogni tipo potessero raggiungere persone disperate, Assad continua a bombardare l’area da settimane, prima di inviare i carri armati e lasciare che i suoi mercenari mettano fine all’ultimo tentativo di ribellione contro il suo feroce autoritarismo e prima di costringere alla fuga quelli che non sono stati sterminati in un’ ambiziosa opera di ridefinizione demografica di intere regioni, con il pretesto di evacuazioni per ragioni umanitarie.

E non saranno certamente gli interessi contrapposti delle tante potenze globali e regionali – di fatto alleate con le armi a chiudere ogni spazio per la giustizia e la libertà in Siria - a risolvere questa situazione mortale.
L’agonia del popolo siriano deve finire. Bisogna assolutamente porre fine a tutto questo. Gli autori di tali atroci crimini contro l’umanità devono essere fermati una volta per sempre nei loro disegni di morte. Ci sono centinaia di motivazioni strategiche per agire contro i barbari aggressori del popolo siriano, ma nessuna è tanto lontanamente importante quanto la sacralità della vita e del libero arbitrio con cui ogni essere umano, come tutti voi così spesso predicate, nasce.

Per loro sfortuna, le siriane e i siriani hanno osato credere a queste banalità oltre a credere che, nonostante la loro lotta per la dignità riguardasse esclusivamente il loro popolo, non sarebbero stati abbandonati ad un destino inimmaginabile in un’era di esplorazioni spaziali e intelligenza artificiale. Oggi, facendo appello ancora una volta all’etica e ai codici di condotta morale su cui si fondano la democrazia e il diritto internazionale, vi chiediamo di agire subito per fermare il genocidio siriano: chiedere un immediato cessate il fuoco, un’immediata revoca di tutti gli assedi, l’accesso immediato alle organizzazioni umanitarie e protezione immediata delle vite siriane.

Organizza: Comitato di sostegno al popolo siriano - Milano