Focus Siria
by DAVID MORLEY, President and CEO of UNICEF Canada
When we are wrong, we must have the humility to admit it. Last year at UNICEF, we were wrong.
We told you that Syria had hit rock bottom. That with nearly 1,000 children killed or maimed in 2017, the conflict had brought levels of suffering to new lows.
We were wrong. Because in the first two months of 2018, things have become far worse.
David Morley, Presidente di UNICEF Canada
Traduzione: info.assopace
Quando abbiamo torto, dobbiamo avere l'umiltà di ammetterlo. L'anno scorso all'UNICEF avevamo torto. Avevamo detto che la Siria aveva toccato il fondo. Che con quasi 1.000 bambini uccisi o mutilati nel 2017, il conflitto aveva portato livelli di sofferenza a livelli peggiori. Abbiamo sbagliato. Perché nei primi due mesi del 2018 le cose sono peggiorate.
Più di 1.000 bambini sono stati uccisi o feriti quest'anno. A questo ritmo, il bilancio delle vittime infantili alla fine dell'anno sarà del tutto inconcepibile. In Siria sembra che al peggio non sia un fondo.
Dopo sette anni di guerra, quasi l’intero paese è in macerie, oltre 400.000 persone sono morte, ci sono 5 milioni di rifugiati siriani e oltre 6 milioni di sfollati. Sembra che nessuna delle parti si preoccupi della tragedia. Mentre nell’inferno siriano sono intrappolati milioni di civili. Questa volta è il turno dei 400.000 abitanti della Ghuta orientale, a dieci chilometri a est della capitale Damasco. Centinaia di vittime civili e migliaia di feriti dal pesante assalto lanciato dalle forze di terra del presidente Bashar al-Assad sostenuto dagli attacchi aerei russi. Le condizioni in Siria stanno peggiorando e purtroppo, l'opzione di pace sembra altamente improbabile.
Manifestazione in Piazza Castello a Milano Colori, musica, parole e persone contro la guerra e per la libertà
Sabato 17 marzo 2018 – dalle 15.00
A sette anni dall'inizio della rivoluzione Siriana - Ancora dalla parte della Pace, della Giustizia e della Libertà
L’ONU sostiene di non aver più parole per la Siria, ma noi, abbiamo ancora molto da dire ai governi, ai parlamentari, agli elettori e agli esperti di quei paesi da cui l’ordine costituito è dipeso fino ad ora.
La popolazione siriana è stata fucilata e uccisa in pieno giorno per aver protestato contro l’ingiustizia. È stata imprigionata, torturata e giustiziata. È stata bombardata e bombardata di nuovo con sofisticati missili balistici e barili bomba...
Ormai è diventato un terribile rito: ogni tanto i mass-media generalisti scoprono che è in corso una guerra fratricida in Siria, così infuocano le prime pagine dei giornali, i discorsi televisivi e radiofonici, piovono le condanne e le solidarietà. Ieri era Aleppo e oggi è Ghouta.
Nella giungla dei titoli cubitali e i paroloni discordanti, in realtà, la comprensione della tragedia si sfuma. Tutto si traduce in una guerra primordiale tra due super potenze e i loro alleati mediorientali e ognuno prende la sua posizione come non esistesse un interno popolo, con le sue contraddizioni e le sue difficolta e le sue rivendicazioni, messo oggi nel patibolo della storia.
Tutto si conclude attorno del tavolo del Consiglio della Sicurezza dell’ONU che produce una ennesima risoluzione frutto di un compromesso che rende la sua attuazione aleatoria.
La scena dura pochi giorni e cala sipario
Terra bruciata, dolore, sangue, disperazione, paura, fame ……. e la guerra rimane nell’obblio delle nostre coscienze.
Rimangono pochi, per un motivo o l’altro, che si cimentano a lavorare, per la maggior parte in silenzio, ad arginare i danni della tragedia che investe l’intera popolazione siriana.
Rimangono pochi che scrivono e raccontano i seguenti capitoli ma oramai i riflettori sono spenti fino alla prossima puntata.
La guerra è la guerra e va osteggiata, va ripudiata. Non dimentichiamo i milioni di vittime innocenti ostaggi di una guerra che non hanno scelto.
Farshid Nourai - Associazione per la Pace
Ogni tanto il mondo si sveglia allarmato, scioccato e indignato davanti alle immagini di guerra che scorrono sui mass media. Solo allora si ricorda che la guerra è feroce, violenta, è un macello di carne umana, pieno di sangue e dolore. Ricordiamo che in una guerra ci sono vittime, massacrate dal ferro delle bombe e dal fuoco della pazzia. C’è la tortura e le esecuzioni sommarie. Ci sono madri che piangono i loro figli trucidati a brandelli di carne viva. Ci sono bambini con gli occhi fissi sui cadaveri dei loro genitori. In una guerra scorrono immensi fiotti di sangue umana