Oggi, il primo cittadino di Riace è stato messo agli arresti domiciliari mentre per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, è stato imposto il divieto di dimora nel comune. I due sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazioneriace clandestina.

Riace, piccolo paese calabrese, simbolo di solidarietà e integrazione in cui il sindaco Domenico Lucano ha messo in atto una politica coraggiosa, ospitando migliaia richiedenti asilo provenienti da 20 paesi diversi.

Grazie alle politiche di inclusione, il sindaco di Riace è riuscito non solo a offrire ospitalità ai rifugiati, ma anche a tutti gli immigrati clandestini con diritto d'asilo. Ha mantenuto così in vita i servizi di primaria importanza come la scuola, finanziato micro attività imprenditoriali legate all'artigianato come tessile e laboratori di ceramica, nonché bar e panetterie per arrivare alla raccolta differenziata porta a porta.

È evidente che il modello Riace contrasta la logica della politica governativa di intolleranza e l’infrazione contestata al sindaco non sia un semplice affare amministrativo.   Il piano di indebolire il modello Riace di accoglienza e integrazione è un tentativo di esercitare pressione su tutta la società solidale e le organizzazioni della società civile. Da una parte si lamenta che gli immigrati sono sparsi nelle città italiane senza fare nulla e dall’altra si tenta di chiudere una esemplare esperienza funzionante riconosciuta in tutta Europa.

La schizofrenia politica non può minare il valore fondamentale di solidarietà su cui si basa la nostra società. Oggi tutti ci sentiamo cittadini di Riace e non smetteremo di difendere i valori che ci uniscono all’intera umanità.

Associazione per la pace