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Il progetto mira di incentivare una maggiore diffusione dello sport come fattore di educazione informale, di sviluppo comunitario e di protezione sociale nel campo di Shatila e migliorare la condizione della popolazione giovanile in termini di coesione sociale e di controllo degli impulsi aggressivi.

 La nuova generazione di ragazzi palestinesi in campo profughi di Shatila Libano, soffre di una grave mancanza di prospettive future dovuta alla condizione di isolamento e all'ostilità del territorio. I bambini e i giovani, nel campo di Shatila, vivono in condizioni ambientali proibitive. 

L'impatto è drastico, in particolare tra i giovani di età compresa tra 6 e 18 anni. Non è difficile cadere preda della violenza e di attività militanti estreme, per assenza di fonti alternative di iniziative creative e di costruzione di autostima.
A questo va sommato anche arrivo delle famiglie palestinesi dalla Siria. Infatti 42,36% dei ragazzi delle famiglie palestinesi provenienti dalla Siria non sono attualmente a scuola con le drammatiche conseguenze immaginabili.
In questa ottica il progetto si propone di dare l’opportunità ai bambini e ai giovani praticare il loro sporto amato: calcio. Il progetto mira di incentivare una maggiore diffusione dello sport come fattore di educazione informale, di sviluppo comunitario e di protezione sociale nel campo di Shatila e migliorare la condizione della popolazione giovanile in termini di coesione sociale e di controllo degli impulsi aggressivi.

L’Associazione per la Pace, attraverso diversi progetti educativi e sportivi, dal 2006, aiuta il “Children & Youth Center - Cyc”, l’associazione indipendente palestinese, presente sul luogo, che fornisce diverse attività e spazio per i bambini e i giovani del campo di Shatila, a sostegno dello sviluppo della loro formazione, capacità e fantasia.
Nel 2010, l’Assopace e il Cyc hanno iniziato il progetto “Sport in Shatila,” grazie a un finanziamento del Comune di Padova e la fornitura gratuita di Decatlon Italia di accessori necessari per 50 bambini.
Durante questi anni il progetto è cresciuto anche grazie al sostegno del OPM (Tavola Valdese) che ha permesso l’estensione dei beneficiari in modo strutturale. Il progetto ha trovato una grande attenzione non solo presso la popolazione locale ma bensì tra gli addetti del settore sport in Libano. Dal 2015 il progetto coinvolge più di 180 ragazzi e ragazze che hanno potuto esercitare loro sport preferito gratuitamente sotto controllo di allenatori qualificati.

Con il sostegno dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio (AIAC) è stato organizzato i corsi professionale per gli allenatori locali provenienti da vari campi profughi in Libano. L’AIAC rilascia il certificato di partecipazione agli allenatori che ha valenza internazionale.
La presenza del Presidente AIAC, Renzo Ulivieri, noto allenatore italiano conosciuto nel mondo di calcio mondiale, che ha guidato, per 4 anni consecutivi, il training per allenatori, la stampa locale si è interessata al progetto. Infatti gli importanti quotidiani libanesi, Al Hayat e Al Safir, hanno dedicato alcuni apprezzando la “Lingua del calcio per l'integrazione e la fiducia in sé stessi”.